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Gregorio Lavilla svela i piani del WorldSBK per il 2021

Tuesday, 3 November 2020 12:00 GMT

Il Direttore Esecutivo del WorldSBK accende i riflettori sul calendario della prossima stagione, sulla situazione legata al COVID-19 e parla anche dei possibili cambiamenti in termini di regolamento in ottica futura.

Dopo la prima parte dell’intervista che abbiamo proposto ieri, il Direttore Esecutivo del Campionato del Mondo MOTUL FIM Superbike Gregorio Lavilla parla dei temi principali in vista del 2021. Con uno sguardo al calendario della prossima annata, ai possibili cambi regolamentari nel WorldSSP e sottolineando anche la crescita in popolarità del WorldSBK rispetto a quando era un pilota di primo livello, Lavilla ci offre una panoramica sul futuro del WorldSBK.

Puoi dirci qualcosa sul calendario 2021?

“In merito al calendario, avendo analizzato attentamente e nel dettaglio la situazione, il programma 2021 sarà legato alla situazione del COVID-19. Abbiamo bisogno di pianificare con un po’ più di anticipo le gare non europee in modo da inviare i materiali corretti e di organizzare gli aerei cargo. In generale per tutti i Round, considerando la pandemia e le situazioni economiche, per alcune organizzazioni non è semplice prendere decisioni immediate. Il nostro obiettivo comunque è avere in tutto da 11 a 13 Round, con nove o dieci di questi in Europa e due o tre non europei.

“Quello che posso dire è che siamo al lavoro per introdurre tre circuiti inediti per il WorldSBK ma al momento non posso dire quali siano. In Australia si correrà alla fine dell’anno in modo da analizzare la situazione in quel periodo; di sicuro ora sarebbe molto rischioso decidere e impegnarsi per andare lì nel mese di febbraio. Siamo al lavoro per calendarizzare in primo luogo tutti i nostri Round europei, partendo ad aprile e arrivando alla prima settimana di ottobre. Se per quel periodo la situazione sarà buona, potremo correre in Argentina, Australia e nel Medio Oriente; su quest'ultimo ci stiamo lavorando. Penso che per luglio o agosto lo sapremo dato che dobbiamo aspettare un po’ per vedere come sarà la situazione in quel periodo”.

Per il 2021 avete già iniziato a lavorare su un protocollo anti COVID-19?

“Sono consapevole di ciò che serve, queste cose saranno decise dai governi di ogni Paese e non internamente. Ciò che prevedo è che dobbiamo separare due aspetti: il pubblico sulle tribune per cui secondo me è facile raggiungere un accordo mentre l’altro punto chiave è l’interazione tra gli sponsor e gli appassionati al’interno del paddock. Dipenderà dalle varie restrizioni in termini di presenze e cosa ci riserverà il futuro per ciò che concerne i viaggi tra i vari Paesi. Un altro aspetto sono i tipi di test che potrebbero essere necessari per gli spostamenti, possibili solo con un test negativo. Il test antigenico è più rapido ed economico rispetto al PCR che richiede un giorno di attesa. Stiamo predisponendo un piano per tutte queste eventualità e una volta che avremo le informazioni poi potremo fare la scelta giusta”.  

Si è parlato di cambiamenti al regolamento del WorldSSP: cosa ci puoi dire a riguardo?

“Nel WorldSSP questo probabilmente è il sesto anno in cui parliamo con le Case riguardo al futuro per capire se produrranno nuovi modelli e nuove moto in questa categoria. Prendiamo sempre in considerazione nuove modalità per migliorare le gare e incrementare l’esposizione dei diversi costruttori. Abbiamo iniziato ad analizzare alcune opzioni per il futuro. Sarebbe una bella sfida perche in teoria non manca il potenziale per modelli diversi con caratteristiche diverse. Lo abbiamo proposto con la FIM e anche se vogliono prendersi del tempo per ragionarci a fondo, condividono quest’ottica; ci stiamo lavorando ma non riguarderà il 2021. Se tutte le parti saranno contenti delle proposte, allora nel 2021 andremo a definire delle linee guida”.

Che piani ci sono per gestire un numero così elevato di piloti del WorldSSP300 con un programma così ristretto?

“Questo va di pari passo con le altre risposte dato che il programma è ristretto e c’è la possibilità di ritardi. Non sarà possibile avere tutto. Siamo al lavoro per capire se sia meglio avere un singolo gruppo con due gare o un doppio gruppo con una gara e altre possibilità. È tutta una combinazione e non è semplice. Il formato attuale agevola molto l’esposizione dei team, permette loro di presentare team più grandi e li aiuta a prendere parte al Campionato. È questo che stiamo valutando, se possiamo mantenere o meno tre o quattro piloti per team”.

Ci sono degli aspetti simili pensando ai tuoi tempi nel WorldSBK e all’attuale livello di competitività? Il WorldSBK nei prossimi anni sarà ancora più spettacolare rispetto alle stagioni passate?

“Quando correvo sono stato fortunato a far parte del WorldSBK poiché era un periodo in cui stava acquisendo grande popolarità in alcuni Paesi. Ora stiamo tornando a un periodo simile. A causa della crisi finanziaria del 2008 c'è stato un passo indietro in tutto e l’obiettivo era migliorare il formato della competitività e l’accessibilità in modo da permettere a tutti di ridurre i costi e di recuperare la partecipazione dei vari costruttori. Ora abbiamo un fornitore unico di pneumatici che è Pirelli, oltre ai limiti nelle sospensioni e nei freni e così via. Questo è un ottimo periodo per essere un pilota di un team Independente dato che se hai delle parti valide puoi lottare per le prime posizioni senza aver bisogno di essere un pilota ufficiale. Oggi i team Indipendenti vincono grazie a questi cambiamenti che abbiamo introdotto nel 2013”.

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